domenica 20 ottobre 2013

ciao Rosso!

Chiedimi voce che non cada
nell'indecenza dell'assenso
e suoni aperti e sorridenti
prima che avanzi il buio
prima che taccia in petto
il cuore sazio del consenso.

Chiedilo adesso oppure taci
e non temere
se vedi solo queste croci
che sto segnando a caso
col poco rosso che è rimasto
è già diventa scuro tra le braci.

Ecco, mi piace salutare Rosso Belvedere così, con ancora nelle orecchie i suoni belli del pranzo finale di oggi, con le persone (non tutte, purtroppo!) che hanno fatto rosso il nostro Belvedere, con ancora negli occhi il sorriso di giovani mamme, di vecchi babbioni, di bambini seriamente impegnati nei loro giochi. Sono stati tre anni belli, pieni di cose, di entusiasmo, di fatica e allegria. Io sono stato felice con tutte le persone che sono venute a trovarci, che hanno capito cosa c'era dietro quel "rosso" così bello da farci rimanere senza fiato (e parlo del colore e dell'idea di colore).
Non sono però solo un sognatore, riesco ancora a capire quando è ora di staccare la spina, di rimettere a posto il cuore per aprirlo ad altre cose. Ancora una volta, però, non ho rimpianti. Chi mi ha accompagnato lungo questa difficile strada mi ha regalato tesori che frutteranno nel tempo, magari altrove. E queste sono le vere lezioni che desidero ricevere lungo il mio cammino in questa terra. Per il resto, per tutto quello che non è andato per il verso giusto, mi assumo le mie responsabilità, la mia difficoltà ad affrontare la realtà per quella che è. Ecco perché, per dire la parola fine al Rosso ho bisogno di parole forti, come quelle di un poeta lui sì davvero grande, Baudelaire:

La stoletzza, l'errore, il peccato, la grettezza
empiono i nostri spiriti e travagliano i nostri corpi,
e noi alimentiamo i nostri cari rimorsi
come i mendicanti nutrono i loro insetti.

Peccati ostinati, pentimenti vigliacchi;
le nostre confessioni esigono lauti compensi,
e sulla via melmosa rientriamo contenti,
con vili lacrime illusi di lavare ogni macchia.

......

Ma in mezzo agli sciacalli, le pantere, le linci,
le scimmie, gli avvoltoi, gli scorpioni, i serpenti,
fra i mostri strepitanti, urlanti, grugnenti, striscianti,
nel serraglio infame di tutti i nostri vizi,

uno ce n'è più orribile, più malvagio, più immondo!
Benché non lanci alte grida né faccia grandi gesti,
ridurrebbe la terra a un misero resto
e in uno sbadiglio inghiottirebbe il mondo;

è la Noia! - L'occhio di pianto un incongruo rovello
gli colma, fuma l'houka sognando patiboli.
Lo conosci, lettore, questo mostro sensibile,
- ipocrita lettore - mio simile - fratello!                             (trad. di Luciana Frezza)


Grazie dunque a tutti coloro che hanno fatto la mia stessa strada, a quelli che l'hanno incrociata, a chi ha reso possibile il rosso. Non voglio aggiungere altro: a forza di ripetere cose, mi annoio da solo e, sinceramente, non me lo posso permettere. ale






2 commenti:

  1. bello bravo mi ha commosso

    RispondiElimina
  2. Buonuomo,

    non è la fine di una bella avventura, ma l'inizio di una NUOVA avventura.

    ogni cosa ha capo e coda
    che si proceda dunque
    verso la gioia della scoperta
    mio caro scopritore di tesori.


    Un abbraccio da questo Anonimo che un giorno la venne a trovare
    e le impastricciò la lavagna della biblioteca.


    ... ma alla fine ... le arrivò il martello ? :)

    A presto, se avrà piacere.

    RispondiElimina