sabato 16 marzo 2013

L'Eco è ritornata sui monti (ovvero: massaggino all'ego, o, in questo caso, all'eco).

Ebbene sì, l'eco che era partita dai nostri monti quasi un anno fa, è ritornata, rinforzata, illuminata, arricchita dalle illustrazioni bellissime di David Pintor, catturata dalla bravura dello staff delle Edizioni Lapis, infine affidata al vento e alla luce, al seguito di foglie svolazzanti. Ha superato le città della Toscana, ha zigzagato tra i cipressi toscani, fino al profilo dei monti blu all'orizzonte (ma chissà come avrà fatto David a immaginare il profilo del Gennaio, della Nuda e del Corno?).
Una prima coseguenza del suo arrivo è la voglia che gli amici hanno di parlarne e, per qualcuno che ha dimestichezza con la scrittura, anche di scriverne. Ecco che Lule, in un raptus che pareva non dover finire mai, ha scritto queste parole. Ve le lascio, così, come invito a scrivere dei libri che ci piacciono, a leggere tutto quello che riguarda i libri (andate a leggere uno degli ultimi post sul blog dei Topipittori e i commenti e la lettera di Elisabetta Cremaschi (il suo blog Gavroche): c'è bisogno di leggere, di seguire i blog che parlano di un possibile futuro, e non solo per i libri...



L'Eco, illustrato da David Pintor, Lapis Edizioni, 2013


Per l’eco



Quando ero bambina, in casa mia c’erano molte regole da rispettare. Era proibito, ad esempio, chiedere le cose: ”L’erba voglio cresce soltanto nel giardino del Re”. Chiedere era considerato un segno di grande maleducazione. Ma desiderare? Quello potevo farlo, nessuno se ne sarebbe accorto. Trascorrevo interi pomeriggi, con l’alibi dei libri e dei quaderni aperti davanti a me, a fantasticare, con la segreta convinzione che la forza del desiderio avrebbe costretto le cose ad accadere. Potevo sognare un viaggio dai nonni, in Sicilia, ed ecco il treno, gli arancini di riso, l’attraversamento dello stretto con l’aria di mare sulla faccia, le zie a coccolarmi, a portarmi al cinema. Oppure si trattava di cose semplicissime, un paio di scarpe nuove, di pelle morbida, bianca, scamosciata, con cui provare qualche passo di danza davanti allo specchio. A volte era la voglia di fare una passeggiata tenendo la mano della mamma e del babbo che, vero uomo di una volta, disdegnava fieramente una simile attività, e dunque non usciva mai con noi. Insomma il materiale su cui esercitare le mie fantasticherie non mancava. Ma la sensazione che mi è rimasta addosso di questa mia segreta attività, è quella di potere modificare il mondo con  l’intensità del desiderio. ‘Se non succede niente è segno che non l’ho voluto abbastanza’. Questo pensavo. Ogni tanto, però, qualcosa accadeva e allora avevo la convinzione d’essere stata proprio io a provocare l’evento.

Sì, non si poteva chiedere.  Solo desiderare. In silenzio.

E’ proprio la qualità del silenzio a sorprendermi in questo libro. Il protagonista della storia, il bambino, non emette suono, il suo desiderio che riecheggia fra le montagne ha una potenza tale da non richiedere la mediazione della parola. E’ un desiderio così profondo che può mantenere la sua integrità solo restando segreto. Acquista così uno degli attributi divini, quello per cui il pensiero si fa sostanza.

Ecco allora che, in piena luce, fra montagne e colline punteggiate di bei cipressi toscani, il vento che  muove le foglie e i pensieri, porta il miracolo, uno di quelli che solo i bambini riescono a fare, ma che solo gli artisti e i poeti riescono a  raccontare .

Per questa storia che vola nel vento l’illustratore ha creato, con una cura da miniaturista, un paesaggio toscano più vero del vero. Sono toscani i monumenti, le case, ma anche i singoli muri con gli archi inseriti, le finestre con le persiane, le strade a spina di pesce. E poi le colline con i cipressi che indicano la strada e si affollano e si diradano seguendo il ritmo della narrazione. Sono importanti i cipressi. Sono i custodi di quello che è già avvenuto e i testimoni di quello che sta accadendo.

A popolare il paesaggio ci sono foglie nel vento, panni stesi, qualche uccello, un gatto dietro una finestra e delle meravigliose oche bianche che osservano tutto: spuntano dietro le persiane,  escono dalle case, salgono sulla bicicletta per suonare il campanello, girano per le strade che pare non abbiano mai dovuto sopportare il passaggio rumoroso e fumoso di un’auto.

 Produce un’eco questo libro, profonda, è come un sasso lanciato nello stagno che provoca infiniti mutamenti anche se noi vediamo soltanto l’ipnotico rincorrersi dei  cerchi in superficie. A guardare bene da qui possono procedere mille storie, le nostre, tutte quelle che attengono alle categorie del segreto e del desiderio.

grazie, Lule! Leggete, leggete... 


9 commenti:

  1. Grazie a te! E scrivi, scrivi...
    Lu

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  2. Sarà sicuramente un libro bellissimo, almeno credo, 1 euro a riga.....
    un abbraccio
    Daniela

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    1. e non ci sarà nessuno sconto, come al Corno a sciare! Un abbraccio, questo sì impagabile, ale

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  3. Salve Alessandro!

    Per strane alchimie internettiane, ma forse è proprio la mia mente che mi ha fatto planare su questa pagina, attraverso un "mi piace" di Lu su un mio post in fb, che sto esaudendo il mio desiderio di contattarla!
    Sto giusto attenta ai segnali di fumo, che mi rivelino le prossime tappe di presentazione del libro, per ritrovarla qui a Crevalcore, magari da Irene, la nostra coraggiosa amica. che all'ombra del nostro Campanile, abbracciato dalle sue cinture di sicurezza, ha allestito una bella libreria luminosa, con grande attenzione alla narrativa e alle attività per l'infanzia!
    Ho letto il bellissimo post-commento di Lu, che apprezzo tanto!!!

    Un saluto con amicizia da

    nonna ivana

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    1. cara Nonna Ivana, che piacere sentirla! Innanzi tutto, come sta? Io sono piuttosto incasinato in questi giorni: il mio nuovo libro è uscito da 1 settimana e dovrò andare un po' in giro a presentarlo. Sarò a Crevalcore in primavera inoltrata (almeno così si diceva), ma prima, se per caso lei è a Bologna giovedì 28 marzo, alla libreria Giannino Stoppani in Piazza re Enzo, alle 19,30, ci sarà una piccola festa per me. Allora, mi stia bene, ma molto bene e spero ci si veda presto nella nuova libreria di Crevalcore. Un abbraccio e ancora grazie, alessandro

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    2. Grazie Alessandro!

      Mi farebbe molto piacere venire a questa presentazione a Bologna, purtroppo, per ragioni, diciamo,logistiche (età e malanni vari) non mi è possibile, ma senz'altro metto subito da me l'avviso per il 28 corrente!
      L'aspetto quindi a Crevalcore da Irene, ma non a primavera inoltrata, spero!
      Mi stia bene anche lei, si risollevi dall'incasinamento, il suo libro, ho la netta sensazione, avrà un bel volo e l'eco si ascolterà in tutte le valli..
      Una piccola nota mia...trovo che l'illustratore abbia un feeling appropriato al suo mondo fantastico!!!

      Un arrivederci, a presto!

      Un abbraccio!

      ivana

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  4. Carissimo Alessandro, sono riuscito a trovare una copia del libro e mi sono perso fra le grandi tavole a colori, mi sono ritrovato bambino a correre tra i cipressi, incantato da un paesaggio tanto familiare eppure sempre più distante. C'è qualcosa di magico in questo libro, come un po' magica è anche l'eco, che riconosce le voci dei sogni. Saper parlare ai bambini non è facile, ma ancor più difficile è saperli ascoltare. E' una magia preziosa, un dono grande questo volume: grazie, Alessandro! Portalo in giro, ce n'è bisogno.

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    1. caro Luigi, scusa se ti rispondo solo adesso, ma sono stati giorni un po' frenetici. Grazie delle belle parole che hai dedicato al mio nuovo libro. Fa piacere che il mio testo, reso meraviglioso dalle illustrazioni di David Pintor(l'ho conosciuto ieri in fiera a Bologna) ti abbia riportato alla mente sensazioni bambine. Per il fatto di portarlo in giro, ho appena cominciato, stasera a Bologna (se riuscissi a venire, mi faresti un regalo davvero grande!), poi, in biblioteche, librerie, festival (mi toccherà fare l'autore!). Bene, sarò inusualmente breve, ma le tue parole mi hanno commossso, come il silenzio che nasconde i segreti più veri. alessandro

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