
E’ contenta di conoscermi, io
sono felice di conoscerla. Parliamo un po’ di noi, ma poco, ci scrutiamo, ci
osserviamo e, penso io, ci piacciamo. Giovanna e Paolo ci fanno vedere che il
nostro “cielo” è già in catalogo per il 2011. Evviva! Poi, il tempo passa, ci
sentiamo ogni tanto, ci vorremmo incontrare più spesso, ma il lavoro ci tiene
lontani. Ci parliamo a distanza quando i Topi decidono di intervistarci per il
loro blog su come si lavora l’una sui testi dell’altro e l’altro (che
poi sarei io) che dice cose su come l’altra ha lavorato. Non sono un addetto ai
lavori, non ho strumenti per affrontare questioni tecniche sul lavoro di
un’illustratrice. Eppure, in attesa di ritrovarci di nuovo, voglio parlarvi di
lei.
Il lavoro di Alicia non è solo
quello di illustrare. Lei scrive e il suo libro

“Papà aveva la testa come un
porcospino ed era divertente strofinarla con le mani. Gli guardavo sempre le
unghie che, nella mano destra, aveva linde e lunghe; avevo l’impressione che
muovesse le dita in modo inusuale: erano affusolate e sembravano stare attente
a dove si posavano. Le mani erano l’unica parte di mio padre che avesse
conservato un aspetto davvero identico a quello che osservavo in certe foto di
lui che avevo a casa. Per il resto, faticavo a capire che si trattasse della
stessa persona. Nelle foto, aveva folti capelli neri e vestiva elegante; era
magro, ma di bell’aspetto, e stava sempre suonando il piano o la chitarra.”
Questo libro pare avere la
leggerezza e la profondità delle sue animazioni, quel continuo farsi e disfarsi
del discorso, della visione, del ricordo, della trama di ogni giorno vissuto.
Ecco, il farsi e disfarsi del mondo mi pare essere il segreto del suo lavoro,
la cosa che mi piace di più in tutto quello che ho potuto vedere fino ad oggi.
E nuove cose verranno, a confermare o smentire queste mie parole. Ma sarà
sempre sorpresa, meraviglia. Alicia non è tanto e solo un’artista, con un
bagaglio culturale ricco e vastissimo. Alicia è soprattutto un’anima che sa
ascoltare il canto più antico e la musica più nuova, che sa guardare lo
specchio più vecchio e l’acqua più fresca. Grazie, allora, Alicia. E grazie ai
Topi per avermi fatto conoscere Alicia.
Leggete, leggete. E, poi,
comprate i libri, regalate i libri, andate in biblioteca, andate in libreria.
...sono senza parole. ti scivo una mail vah!
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