mercoledì 22 febbraio 2012

Bisestile, Book Editore, 2010 (in cop. Albero dei cuori e delle lune, Nino Memo)

"Ricordati le mani
devi lasciarle aperte al vento
e chiuse al fuoco
dicevi e sorridevi.

Era quel nostro gioco
babbo
un passatempo di bambini
un canto
un conto alla rovescia
un guadagnarsi i giorni
che allora credevamo tanti."

Sono parole per mio padre. Altre parole, più immaginate, ho scritto su di lui in Nero arcobaleno









Nero arcobaleno, Mobydick, 2004

"L'eco e mio padre. La prima volta l'ho sentita assieme a lui. Si è messo le mani ai lati della bocca. Ha detto ehi, ehi, ehi e la sua voce è rimbalzata a noi. Era una prova. Ho urlato come ha fatto lui. Sono tornate tante "i", come se la montagna che ha risposto stesse ridendo soddisfatta. E ci prendesse in giro. Come per dirci quanto sia inutile parlare. Poi, mio padre ha urlato il nome di mia madre. E la montagna ha risposto tante "a", un unico e ininterrotto grido di stupore. E poi il mio nome. Le rocce hanno risposto, rendendomi metà del nome. Mio padre mi ha guardato. Vedi, mi ha detto, l'eco ti serve per capire che qui nessuno si appartiene per intero. Tu sei mio figlio, almeno fino a un certo tempo. Poi, tu sei di qualcun altro. Questa è la vita. La prima parte del tuo nome  mi appartiene, come n diritto per averti generato. L'ultima parte è tua e di chi sarà con te. Non ci sarò per sempre. Ma io vivrò nel primo pezzo del tuo nome."

Oggi, dopo 4 anni, un altro bisestile ha portato via un'altra persona cara, Cristina, che, tuttavia, vive nei nostri nomi, nei nostri giorni.

1 commento:

  1. Ogni volta che pronunciamo il nome di qualcuno che non c'è più facciamo risuonare l'eco della sua presenza nel mondo.Ripetiamoci i nomi...

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