1979,
da mesi sono negli Stati Uniti a studiare. Mi trovo bene, ma la nostalgia di
casa comincia a farsi sentire. Soprattutto quella dei 3 amici con i quali
formavamo la cosiddetta (e molto meno pericolosa) banda dei 4 e, per alcuni
anni, gli Hi-Phon, gruppo demenziale pre-Skiantos (anche la montagna creava
giovani capaci di modificare linguaggi e di delirare con allegria!): Francesco,
Massimo, Stefano ed io. Li ho lasciati alla fine dell'agosto 1978, felice di
quella borsa di studio vinta senza sperarci troppo. Bologna è ancora viva
quando parto, il nostro paese ancora bellissimo e pieno di gente. Quando
tornerò, il riflusso avrà già colpito, assieme al terrorismo, la fantasia al
potere, gli indiani metropolitani, i sogni e le lotte. I miei amici li ho
lasciati ancora pieni di sogni e speranze, il Brasile di Francesco, la chitarra
di Massimo, la prima vera storia d'amore di Stefano. Massimo scrive spesso, con
la sua lingua acuta, le sue parole potenti come fucilate. Stefano è da poco
partito per il servizio militare (povero lui!) e scrive pochissimo. Francesco
non lo sento da Natale. A lui piace parlare, ore e ore a costruire con noi il
futuro. Io so aspettare e, proprio quando decido di scrivergli una lettera di rimprovero, mi arriva
dall'Italia un pacchetto. Vedo il suo nome come mittente e comincio a strappare
con foga l'involucro fatto a mano. Dentro, una cassetta da registratore. Giro e
rigiro la cassetta tra le mani. Cosa ci sarà mai? Prendo il registratore,
inserisco la cassetta. La sua voce, che sa di fumo (sono sicuro che sta
fumando!), comincia a parlarmi, a dirmi che dovrei saperlo che lui non scrive, che non
gli piace scrivere. Mi racconta della sua vita senza di me, del suo nuovo amore
Agnese, della voglia che ha di rivedermi. Mi dice che sono fortunato ad essere
andato al di là dell'oceano. Poi, ribadendo il concetto che lui non ama
scrivere, mi chiede di ascoltare. E' una canzone da poco uscita in Italia e che
non conosco, mi dice che posso considerarla come una lettera per me. E'
"L'anno che verrà" di Lucio Dalla e, non appena sento le prime parole
"caro amico ti scrivo..." mi commuovo fino alle lacrime. Ecco,
l'ultimo Dalla non lo seguivo più, ma quel ricordo così
lontano non poteva non tornarmi alla mente ora che Dalla non c'è più. Ma anche
Francesco non c'è più, e anche Massimo non c'è più. Siamo rimasti Stefano ed
io, frastornati un po' dalla vita, dalla perdita dei 2 amici, ognuno con i suoi
ricordi, senza più la voglia di parlare troppo della banda dei 4. Il paese è
sempre più vuoto. Ci vediamo di rado, al bar. Ci guardiamo, ci sorridiamo e
poi restiamo in silenzio. Il nostro omaggio agli amici che sono andati avanti.
Senza la certezza di una fede è difficile sapere se ci rivedremo, tutti e 4, ma
la certezza della memoria me li fa vedere ogni volta che sento quella canzone e
ogni volta che ritorno al mio paese.
Adesso la giornata è perfetta!
RispondiEliminaBellissimo! Mi piacerebbe saper scrivere come te, maestro!
RispondiEliminasapessi quanto ho patito per poter scrivere meglio! E poi questo è solo un ricordo scritto in fretta e furia. Ma dimentichi l'esercizio più importante per scrivere sempre meglio: leggere. Te lo dice lo zio bibliotecario, se ti fidi. Ma, fino a quando non scoprirai da solo il piacere della lettura, nessuno potrà mai convincerti a farlo. Io, però, continuerò a ripetertelo. Aspetto i tuoi scritti, ciao
EliminaTesto bellissimo ma malinconico..vorrei leggere la goia che dai agli altri tra le righe dei tuoi pensieri!! un abbraccio
RispondiElimina..credo che lei non si renda conto del suo potenziale.
RispondiElimina...credo che lei non capisca del tutto fin dove lei possa arrivare.
....credo che se nessun "edificio bibliotecarico" sia stato in grado di contenerla
tanto da aver dovuto ingrandire ben due biblioteche all'attivo, questo significhi qualcosa.
Credo che nulla e nessuno venga mai perso nonostante le immense variabili che ci legano
a questo mondo temporale fatto di falle e fragilità.
Credo che lei debba ricredersi, ogni volta che la fortuna le volterà le spalle.
Perché? perchè molti credono in lei.
Per quanto mi riguarda, non credo leggerà questo commento a questo vecchio post
ma se leggendolo distrattamente, le dovesse nascere un sorriso in grembo ad una neonata felicità
..beh,credo che..ne sarà valsa la pena scriverlo. Forse,buonuomo, ne sarà valsa la pena.